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Il Bancario che sogna di fare lo scultore
articolo di Alessandra Vendrame tratto dalla Tribuna di Treviso del 7 Novembre 2016

 

 Dalla Tribuna di Treviso - Lunedì 7 Luglio 2016 - Articolo di Alessanda Vendrame  Il bancario che sogna di fare lo scultore   Giovanni, 45 anni, di giorno è direttore di tre filiali, dopo cena studente. Alle serali anche l'imprenditore Efrem, 61 anni    Da ragazzo sognava di diventare scultore, magari anche pittore, di sicuro un artista. Eppure al momento di decidere quale mestiere fosse stato meglio fare da grande un diploma di ragioneria all'istituto Riccati di Treviso prima e una laurea in Economia e Commercio a Venezia Ca' Foscari dopo hanno avuto la meglio sull'arte.   Ma talento e passioni quando sanno di essere veraci difficilmente mollano la presa. Così è capitato anche a un direttore di banca - al lavoro tutti i giorni tra conti correnti e investimenti da tenere a bada - di riprendersi in mano matite, pennelli e scalpelli. E di tornare in classe tra i banchi di quel liceo rimasto fino a ieri solo un rimpianto.   Oggi Giovanni Maccarrone, 45 anni, trevigiano, nella vita direttore di tre filiali di Veneto Banca vive un sogno diventato realtà: il diploma di maturità artistica conquistato da due anni con voto 96 centesimi su cento e pure il percorso di approfondimento della sua passione, visto che quest'anno ha deciso di proseguire gli studi all'artistico per aggiungere al curriculum pure la specializzazione in Design multimediale.   «Fin da bambino mi ritrovavo a disegnare. La vena artistica c'era fin da allora. E' qualcosa che ha sempre fatto parte della mia famiglia» racconta Giovanni, «mio nonno che si chiamava Rosario, ed era siciliano di Acireale, dipingeva affreschi. Aveva imparato il mestiere a bottega. Avrei voluto seguire le sue orme. Ma quando è stato il momento ho scelto un'altra strada. Negli anni '80 erano tantissimi i giovani trevigiani che studiavano Ragioneria».   Bozzetti, sculture e acquarelli sono pronti a riprendersi la loro rivincita nella vita di Giovanni non hanno certo l'intenzione di fare a pugni con estratti conto e bilanci quotidiani del lavoro di ogni giorno: «La creatività propria dell'arte non è lontana dalle necessarie doti di problem solving che sono utili al lavoro del bancario» spiega.   Con il suo nuovo diploma Giovanni si è già cimentato in un corso di scultura tra i marmi di Carrara. E ha già  mente di aprire in città un atelier. Ma a mettere in pratica tutti i giorni al lavoro - questa volta nella sua fabbrica - le conoscenze di design che la sera si imparano tra i banchi di scuola c'è un altro studente dell'artistico serale, classe 1951. Efrem Bertolo, padre di tre figli di 35, 30 e 28 anni, piccolo imprenditore di San Vito di A1tìvole, è tornato tra i banchi di liceo a 61 anni. AI lavoro dal 1985 nel settore dell'abbigliamento per il ciclismo quest'anno a giugno è pronto a tagliare il traguardo dell'esame di maturità. Una tappa che da giovane ha dovuto lasciare per strada: «Da ragazzo avevo frequentato due anni di liceo classico in seminario. Ma non ho finito il ginnasio) racconta lo studente più anziano del liceo serale, «ho iniziato a lavorare dopo tre anni di scuola professionale nel '69. Negli anni del boom economico bastava avere un'idea e si poteva fare tutto. E io ho aperto la mia azienda per scelta. Ma dentro avevo ancora il desiderio di riprendere in mano gli studi. Quando mio figlio più grande si è iscritto all'università ho detto a me stesso: posso tornare a scuola anch’io»,  In fabbrica alle sei e mezza del mattino. In classe fino alle 11 e mezza la sera. La vita di uno studente

 

Il bancario che sogna di fare lo scultore

Giovanni, 45 anni, di giorno è direttore di tre filiali, dopo cena studente. Alle serali anche l'imprenditore Efrem, 61 anni


Da ragazzo sognava di diventare scultore, magari anche pittore, di sicuro un artista. Eppure al momento di decidere quale mestiere fosse stato meglio fare da grande un diploma di ragioneria all'istituto Riccati di Treviso prima e una laurea in Economia e Commercio a Venezia Ca' Foscari dopo hanno avuto la meglio sull'arte.

Ma talento e passioni quando sanno di essere veraci difficilmente mollano la presa. Così è capitato anche a un direttore di banca - al lavoro tutti i giorni tra conti correnti e investimenti da tenere a bada - di riprendersi in mano matite, pennelli e scalpelli. E di tornare in classe tra i banchi di quel liceo rimasto fino a ieri solo un rimpianto.

Oggi Giovanni Maccarrone, 45 anni, trevigiano, nella vita direttore di tre filiali di Veneto Banca vive un sogno diventato realtà: il diploma di maturità artistica conquistato da due anni con voto 96 centesimi su cento e pure il percorso di approfondimento della sua passione, visto che quest'anno ha deciso di proseguire gli studi all'artistico per aggiungere al curriculum pure la specializzazione in Design multimediale.

«Fin da bambino mi ritrovavo a disegnare. La vena artistica c'era fin da allora. E' qualcosa che ha sempre fatto parte della mia famiglia» racconta Giovanni, «mio nonno che si chiamava Rosario, ed era siciliano di Acireale, dipingeva affreschi. Aveva imparato il mestiere a bottega. Avrei voluto seguire le sue orme. Ma quando è stato il momento ho scelto un'altra strada. Negli anni '80 erano tantissimi i giovani trevigiani che studiavano Ragioneria».

Bozzetti, sculture e acquarelli sono pronti a riprendersi la loro rivincita nella vita di Giovanni non hanno certo l'intenzione di fare a pugni con estratti conto e bilanci quotidiani del lavoro di ogni giorno: «La creatività propria dell'arte non è lontana dalle necessarie doti di problem solving che sono utili al lavoro del bancario» spiega.

Con il suo nuovo diploma Giovanni si è già cimentato in un corso di scultura tra i marmi di Carrara. E ha già mente di aprire in città un atelier. Ma a mettere in pratica tutti i giorni al lavoro - questa volta nella sua fabbrica - le conoscenze di design che la sera si imparano tra i banchi di scuola c'è un altro studente dell'artistico serale, classe 1951. Efrem Bertolo, padre di tre figli di 35, 30 e 28 anni, piccolo imprenditore di San Vito di A1tìvole, è tornato tra i banchi di liceo a 61 anni. AI lavoro dal 1985 nel settore dell'abbigliamento per il ciclismo quest'anno a giugno è pronto a tagliare il traguardo dell'esame di maturità. Una tappa che da giovane ha dovuto lasciare per strada: «Da ragazzo avevo frequentato due anni di liceo classico in seminario. Ma non ho finito il ginnasio) racconta lo studente più anziano del liceo serale, «ho iniziato a lavorare dopo tre anni di scuola professionale nel '69. Negli anni del boom economico bastava avere un'idea e si poteva fare tutto. E io ho aperto la mia azienda per scelta. Ma dentro avevo ancora il desiderio di riprendere in mano gli studi. Quando mio figlio più grande si è iscritto all'università ho detto a me stesso: posso tornare a scuola anch’io»,
In fabbrica alle sei e mezza del mattino. In classe fino alle 11 e mezza la sera. La vita di uno studente "senior" non sembra conoscere orari: «E' un sacrificio» ammette Efrem, «ma lo studio mi serve per il lavoro. Ed è pure vittoria personale. La sera invece di guardare la tivù studio arte e filosofia. E i miei neuroni cominciano a girare meglio»,

Con loro in classe tante persone di varia età e diversa esperienza, tutte vogliose di progredire, di fare nuove esperienze, di studiare.
In maggior parte studenti lavoratori, ma tutti guidati dall'amore e dalla curiosità per l'arte e soprattutto da una grande forza d'animo e - giusto dirlo - spirito di sacrificio perché non è da tutti, alla sera, invece di staccare la spina, tenerla bene innestata e continuare a studiare, impegnarsi, lavorare fin quasi a mezzanotte.


Il Fenomeno - Boom di iscrizioni, all' Artistico i corsi raddoppiano

È boom di iscritti tra i banchi di scuola del liceo artistico serale in città che con l'inizio del nuovo anno scolastico ha visto raddoppiare in un solo anno il numero di studenti. Una sessantina le "matricole", per lo più "over 40", che da settembre hanno deciso di tornare tra i banchi di scuola. Cinque le classi. (due in più rispetto al precedente anno scolastico) e 130 gli alunni che tutte le sere rispondono all'appello. Tre gli anni effettivi di scuola, ripartiti tra due corsi biennali, più il quinto anno. Tra i banchi a fare scuola stavolta sembra essere la volontà di ferro di rimettersi in gioco. O di dare fiato alle proprie passioni artistiche. Tra le fila di studenti quarantenni, cinquantenni e persino sessantenni, in classe c'è posto per tutti. Affermati professionisti innamorati dell'arte. Disoccupati decisi a rimettere a nuovo il proprio curriculum. Signore e signori già negli "anta" volonterosi di riprendere in mano i libri dopo una giornata di lavoro.

Lo studente più maturo dell'intero liceo serale di anni compiuti ne ha ben 65. Ma non abbastanza da pensare di mettere da parte la passione per lo studio, utile alla sua attività di piccolo Imprenditore nel settore della grafica. «Quest'anno abbiamo dovuto raddoppiare il numero di classi del biennio del serale per l'incremento di iscrizioni» spiega il preside del liceo artistico Felice Costanzo, «certo ci sono anche giovani studenti che magari dopo qualche bocciatura decidono di frequentare la sera per recuperare gli anni persi. Ma la maggior parte dei frequentanti sono adulti che decidono di tornare a scuola per interessi personali o nuove opportunità di lavoro. Arrivano anche studenti con laurea. In materie ben diverse da quelle che si studiano in un artistico». Tra le fila dei neo diplomati del liceo artistico serale spunta persino un avvocato. E non è certo leggenda uno studente di 73 anni che dopo il diploma è ritornato ad essere matricola. Stavolta all'Accademia delle Belle arti. (a.v.)

 

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